Maurilio Barozzi
Giro 2009: Cronosquadre a Venezia
10 maggio 2009 - L’Adige
VENEZIA - Si dice che Mark Cavendish sia stato capace di pedalare gli ultimi 30 metri di una volata a oltre 75 km/h. Difficile dire se sia esatto o no. Quello che si può dire con estrema certezza è che ieri, lui e la sua squadra, la Columbia-High Road, che comprende tra l'altro il pluricampione italiano di specialità Marco Pinotti, hanno vinto la cronometro a squadre del Lido di Venezia in 21 minuti e 50 secondi. Venti chilometri e mezzo alla media di 56,3 Km/h.
Qualcuno dice che il vento li abbia anche aiutati, visto che sono partiti per primi. Sarà, ma una cosa è certa: quando riesci a spingere a quelle velocità è difficile che poi salti fuori qualcuno che ti mette dietro.
Anche se tra quei qualcuno ci sono l'Astana di Armstrong e Leipheimer, la Milram di Petacchi, la Garmin di Zabriskie, la Liquigas di Basso e via dicendo. Niente da fare. In Laguna, nessuno meglio di loro. E la prima maglia rosa è così finita sulle spalle di palla-di-cannone, inglese trapiantato in Toscana.
Parlando di Venezia, Guy de Maupassant coniò la locuzione «cospirazione dell'entusiasmo». Se allo splendore della città si aggiunge anche l'inizio del Giro d'Italia del Centenario, dalla cospirazione si arriva dritti al «trionfo dell'entusiasmo». Infatti, incurante dell'ennesima notizia funesta che ha sconvolto il ciclismo la notte prima della prima del Giro del Centenario, la Serenissima ieri virava al rosa. E la notizia ? Tom Boonen positivo alla cocaina ? poteva cinicamente far felice Moser che probabilmente non rischierà di vedersi superare nel numero di Parigi-Roubaix conquistate, far scontento Boonen e la sua squadra, ma passare come acqua su impermeabili cerati per il popolo del ciclismo. Compreso tutto il circo che pianta il tendone e fa da calamita indescrivibile ad ogni tappa.
Che qui i corridori sarebbero andati come missili, tutti se lo aspettavano.
Recentemente al Lido già si corse una tappa, di 128 km. Era il 1997 e si gareggiava in circuito. Vinse Cipollini in volata, alla media oraria di 48 km/h. Qualche anno prima, nel 1978, anche Checco Moser vinse a Venezia.
Lui, pedalando in mezzo alle calli, spinse la sua bici a 44,5 km/h. E allora poco ci voleva a capire che in questa cronometro a squadresi sarebbero superate le barriere dei cinquanta e rotti. Così è stato. Solo che le tabelle più ottimistiche parlavano di 55 km orari.
Dietro ai jet Columbia-High Road, si sono piazzati i Garmin di Zabriskie a 6'', l'Astana di Armstrong a 13'', dunque la Lpr di un soddisfatto Danilo Di Luca a 22''. Via via, tutti gli altri, con Ivan Basso e la Liquigas ottavi a 40'' e la Diquigiovanni dei trentini Gilberto Simoni, Alessandro Bertolini e del neoacquisto Leonardo Bertagnolli sedicesimi a 1'06''.
Con qualche distinguo per Filippo Pozzato del team Katusha (sesti a 35'') che si aspettava «un po' meglio, ma le sensazioni sono buone», dopo la gara, i big erano quasi tutti soddisfatti.
Danilo Di Luca: «Abbiamo dimostrato di essere un'ottima squadra». Ivan Basso: «Era la prima prova, va bene così. Le vere sfide inizieranno tra qualche giorno». Gilberto Simoni: «Questa crono è già finita e stiamo già pensando alla prossima tappa. Comunque mi pare sia andata abbastanza bene».
E infatti la sua squadra è fatta di scalatori: quando si pedala sopra ai cinquanta e rotti all'ora il terreno si fa per loro impervio. Molto più di una asperità alpestre. Che non servirà comunque attendere molto.
In questo Giro d'Italia rovesciato ? con partenza a Venezia e arrivo a Roma, in un originale connubio ciclo-architettonico-stilistico degno dei ieri presentissimi e fotografatissimi e intervistatissimi Dolce&Gabbana ? le salite arrivano in fretta. Godranno ancora un paio di giorni gli sprinter: oggi si va da Jesolo a Trieste e domani da Grado a Valdobbiadene. Ma con martedì il loro unico problema sarà il tempo massimo. Arriva infatti la Padova-San Martino di Castrozza e mercoledì l'Alpe di Siusi. Poi, fino a sabato, tra l'Austria e il Bergamasco tutti gli arrivi saranno in salita.
Auguri.
Maurilio Barozzi
su l’Adige 10 maggio 2009
L’ARTICOLO
Pubblicato sul quotidiano l’Adige del 10 maggio 2009 a pagina 51 con il titolo “Cavendish, com’è bella Venezia” e l’indicazione “dall’inviato Maurilio Barozzi”.