Maurilio Barozzi
Mayo... nese impazzita a Comano Terme
02 giugno 2007 - L’Adige
COMANO TERME - Quando ero alle elementari e il Giro d'Italia passava dal mio paese, ricordo che il maestro ci portava fuori tutti, sulla strada, per vedere i corridori. Era una nuvola colorata che qualcuno, a bordo strada, annunciava con la classica «I ariva» (arrivano) e che spariva all'orizzonte nel giro di pochi secondi. Attimi in cui tutti pensavano di aver riconosciuto un ciclista anche se probabilmente l'unico che a quell'età si riconosceva era la maglia rosa. Ma chissenefrega, l'importante era essere convinti. Che poi fosse davvero lui, non conta molto.
Se escludiamo il tempo, ieri a Comano sono stati più fortunati. Scuole chiuse per far spazio al quartier tappa e i bambini tutti vestiti di rosa, intrattenuti da Gino, un simpatico giullare travestito da scoiattolo che fa da mascotte.
Fin che il tempo tiene, rispondono a quiz, vanno in bicicletta e poi su, tutti seduti ad aspettare l'arrivo dei corridori in una tribunetta collocata a fianco del traguardo.
Dietro le transenne che chiudono il rettilineo finale, sono a migliaia con ombrelli e fotocamere pronte a immortalare il passaggio dei ciclisti. C'è anche un tipo con tre amici, tutti sui sessant'anni. Mostra agli altri gli oggetti che è riuscito a conquistare dagli sponsor. Ha le bandierine e i portachiavi di Radio 105; tre o quattro cappellini; una borraccia e la mano di plastica gonfiabile della Skoda. «Saria meio fuss na bambola» (sarebbe meglio che fosse una bambola), dice. E giù a ridere. Pensavo che la caccia ai gadget fosse appannaggio dei bambini, evidentemente mi sbagliavo. Chiedo: «Chi vince oggi?». Lui, secco: «Bettini». Faccio presente che Bettini è segnalato da radiocorsa più indietro degli ultimi. «Allora Simoni», si corregge. Ma con scarso interesse per la corsa. Gli chiedo di dove sia. «Poia», dice.
Poia è una frazione di Lomaso che in genere la gente conosce per essere la patria del pittore Sartori. Io la conoscevo per un goliardico episodio di gioventù. Un conoscente cercava una squadra di calcio dove poter giocare, visto che le sue doti non gli consentivano di esibirsi nella squadra paesana che militava in Eccellenza. Allora un altro della compagnia, distinto, notoriamente con conoscenze altolocate, gli assicurò di potergli trovare una squadra. Il giorno dopo gli fece sapere che il Poia stava cercando un buon terzino fluidificante. «Proprio il tuo ruolo», aggiunse. A farla corta, l'aspirante calciatore si accorse dello scherzo solo quando si presentò su con tanto di sacca e qualcuno gli disse che a Poia non c'era nessuna squadra di calcio.
Ma non vorrei uscire dal seminato.
Vicino al traguardo, le miss che distribuiscono gadget non camminano, viaggiano su dei trabiccoli a motore. Lì c'è la moglie di Gilberto Simoni con la figlia Sofia. Un collega, indicando il trabiccolo della signorina, dice alla bambina: «È vero che il papà arriva con quella bicicletta lì?». E lei, quasi imbronciata: «No, il papà viene con la bici vera». Ha ragione.
Poi comincia a piovere. Acqua a catinelle. Il tempo non ha fermato il pubblico, in compenso ha raffreddato la fantasia dei poeti dello striscione. Oggi, nei pressi del traguardo non ce n'è nemmeno uno. Peccato, avevo nostalgia di pezzi d'alta scuola come quello che ho visto ai piedi dello Zoncolan: «Forza ragazzi che è quasi finita e in cima... è pieno di gnocca».
Veniamo alla corsa.
I ciclisti stanno arrivando da Treviso e loro non hanno fatto un solo metro senza beccarsi l'acqua. Vanno forte, media di oltre i quaranta all'ora. Qualcuno prova uscire dal gruppo ma viene subito ripreso. Pare che oggi non si riesca ad avvantaggiarsi nemmeno facendo il fagiano.
Divagazione tecnico-gergale: nelle gare ciclistiche dicesi fagiano colui il quale finge di avere un buon motivo per prendere vantaggio (tipo fare pipì o salutare parenti) e poi, anziché rientrare, prova la fuga. Fine della nota.
In gruppo vanno avanti uniti, quasi che starsene tutti assieme possa produrre calore. Ma dalle parti di Rovereto, quando ormai per arrivare al traguardo di Comano manca solo la salita del Ballino, lo spagnolo Iban Mayo parte deciso con Losada. È la fuga buona.
Poi Losada crolla e Iban prosegue da solo, convinto che - se davvero ci tiene a vincere una tappa al Giro - resta solo questa, nelle sue possibilità. E l'ha colta.
Stufo di pioggia, meglio tornare in sala stampa.
Il quartier tappa è installato alla scuola media di Comano. Per la gioia dei ragazzi che così sono rimasti a casa. Ma per il malumore degli insegnanti che, nonostante il Giro, hanno comunque dovuto far presenza a scuola. E per di più vedere la palestra usata come sala stampa da decine e decine di giornalisti inzuppati di pioggia: «Pensare che se un ragazzo non ha le scarpe adatte non può neanche pensare di entrare in palestra», fanno notare.
Un motociclista racconta che un suo collega al seguito del giro è caduto per colpa della pioggia. Lui oggi ha portato un fotografo giapponese. È fradicio ma rilassato: «Per me portare un fotografo è molto più agevole rispetto a un cameraman. Col fotografo si va in un punto e si aspetta che lui scatti la foto che voleva. Poi ci si sposta, ma quasi sempre fuori dalla bagarre della gara. Il cineoperatore, viceversa, deve sempre essere nel cuore dell'azione e, per portarlo vicino, noi motociclisti dobbiamo fare spesso manovre azzardate. Siamo sempre sotto pressione».
In sala stampa ecco il vincitore, Iban Mayo, carta d'identità basca. Al termine della conferenza stampa mi parla della festa di San Fermin, a Pamplona (a pochi km da casa sua) e allora capisco come abbia fatto a scappare al gruppone inferocito: abituato a correre davanti ai tori di Pamplona, è filato via senza voltarsi ed è arrivato fino al traguardo. Si chiama Mayo, come Richard Gere in «Ufficiale e gentiluomo» e così, per chiudere, mi viene in mente una citazione: «Congratulazioni, Mayonese». Il ragazzo se la merita.
Maurilio Barozzi
su l’Adige 2 giugno 2007
L’ARTICOLO
Pubblicato con il titolo “Congratulazioni Mayonese” l’indicazione “dall’inviato Maurilio Barozzi” a pagina 50 sul quotidiano L’Adige del 2 giugno 2007.