Maurilio Barozzi
Garzelli, che vittoria a Plan de Corones
26 maggio 2010
PLAN DE CORONES (BZ) – Ha vinto Garzelli, e chi l'avrebbe mai detto! Nel giorno in cui tutti si aspettavano la stoccata vincente di Basso, o il ritorno di Evans, in un prosieguo ideale della battaglia dello Zoncolan, è saltato fuori il vecchio Garzo. Alla faccia dei suoi 37 anni, ha affrontato la salita di Plan de Corones in efficacissima progressione ed ha ottenuto il miglior tempo (41'28''), lasciandosi dietro il campione del mondo Evans (a 42'') e tutti gli altri, compresi Scarponi (quinto a 1'07'') e Basso (sesto a 1'10''). Oddio, il tempo impiegato dal vincitore è oltre un minuto più alto rispetto a quello (40'26'') con cui su questa stessa strada vinse due anni fa Pellizotti, ma tant'è: ormai siamo abituati a veder calare leggermente le prestazioni. E forse è anche un buon segno.
Sotto un sole da settimana bianca, alle migliaia e migliaia di tifosi accorsi fino i 2 mila, duecento e rotti metri di Plan de Corones, la fatica dei corridori dev'essere sembrata meno grave. Eppure quel serpentone di asfalto e poi sterrato pressato s'impennava come un cobra incattivito sotto le ruote degli atleti che, uno alla volta, cercavano di domarlo stringendo il manubrio con tutte le forze, pestando sui pedali fino a sentire le ginocchia esplodere di fatica, e digrignando i denti in smorfie terribili. 12,9 chilometri con pendenza media dell'8,5% e una punta massima, a un chilometro dalla vetta, del 24%, «da pedalare con il 34 per 29», ha detto il vincitore Garzelli, che pure il percorso lo aveva visto per la prima volta solo lunedì.
Concentrati sul duello a distanza Basso-Evans, molti hanno perso di vista il leader Arroyo. E chi si aspettava di assistere al suo crollo ha fatto male i conti: lo spagnolo ha preso sì 2'16'' dal vincitore, ma i diretti concorrenti per la vittoria finale (Basso e Evans) gli hanno rosicchiato poco, un minuto circa. Non abbastanza per permettere loro di dormire sonni tranquilli: alla fine della giornata il distacco è ancora di 2' 27'' su Basso (ora secondo) e 3'09'' su Evans, quarto. Era partito molto bene Scarponi (miglior intertempo) ma poi si è piantato a tre chilometri dalla vetta, quando le pendenze – sole o non sole – si trasformavano in verticali al 22 per cento.
L'aria di rivincita che soffiava nelle menti di Basso ed Evans, ed in quelle di chi brama l'epica nel ciclismo, si consumava ben presto: subito l'australiano si è preso un vantaggio di sette secondi, poi diventati venti e dunque, nel finale, saliti ancora leggermente. «Un giorno uno le da e l'altro le prende, il giorno dopo viceversa», ha chiosato Garzelli, che invece dell'epica pare non fregargli molto, specie nel suo giorno speciale, quello che lo ha visto trionfare e incoronare sulla vetta Plan de Corones.
Tra i trentini, Simoni – osannato dalla folla – ha ottenuto il 30° tempo (44'27'', a 2'59'' da Garzelli, ma con un tempo di quasi quattro minuti superiore a quello che aveva ottenuto due anni fa sempre qui: 40'43'') mentre Bertolini, che scalatore puro non è, ha fatto una corsa in difesa, chiudendo in 47'13''. Niente partenza, invece per Bertagnolli che, a causa di un risentimento muscolare, un principio di tendinite che lo affligge da un paio di giorni, non ha preso il via alla gara. Per lui il Giro è finito, mentre tutti gli altri oggi andranno da Brunico a Pejo.
L’ARTICOLO
Pubblicato sul quotidiano l’Adige del 26 maggio 2010 a pagina 48 con il titolo “La bella zampata di Garzelli” e l’indicazione “dall’inviato Maurilio Barozzi”.