Maurilio Barozzi
Donne Junior-Under 23: Zakelj
giovedì 19 giugno 2008
COMMEZZADURA (Val di Sole) – Parafrasando Paolo Conte si potrebbe dire che la giornata di ieri, sul tracciato mondiale di cross country della Val di Sole, è andata via «tra i francesi che s’incazzano, e i giornali che svolazzano». E a, diciamo contrariare, di più i francesi, ieri - più abbattuti per aver perso la partita di calcio con l’Italia martedì sera, che felici per aver vinto la staffetta di mtb, martedì pomeriggio - ci ha pensato un sessantenne francese. Un burlone. Amico di Checco Moser e organizzatore di una “Pedalata per Francesco” in terra transalpina, in questi giorni è allo stand dei vini Moser per dare una mano. A dirla tutta, Moser lo ha proprio messo lì al lavoro, ma lui è contento. E già che c’era se l’è fatta passare per l’intera mattinata sfottendo i suoi connazionali. «Allez la France». Detto questo, e chiudendo così l’immancabile, ruffiano, capitolo sciovinista, veniamo alle gare che ieri si sono disputate sotto un bel sole, degno del nome della valle ospitante. Anche se – e qualcosa che non funziona deve sempre esserci, dannazione - per i colori dell’Italia le cose non è che siano andate poi a gonfie vele. Anzi. (Urka, sono ricascato nel tranello sciovinista... Vabbè resti tra noi).
Si diceva.
Tra le ragazze junior, che si sono sfidate sulla distanza di circa 18 chilometri, la prima italiana è stata Cornelia Schuster, ottava a quasi otto minuti dalla prima (7’55”, per i pignoli). Questa, la colombiana Laura Abril, ha conquistato la prima medaglia d’oro in assoluto nella specialità cross country per la sua nazione. E, sia detto per inciso altrimenti sì che qualcuno se la prende, vive diversi mesi all’anno in Italia, in Val Trompia dove gareggia per i colori della Infotre Leecougan di Brescia. A portarcela è stato il talent scout Andrea Bianco, una sorta di Gianni Savio della ruota grassa, che le ha affiancato anche altri due connazionali, un argentino e un biker del Costa Rica. Tutti qui a fare i Mondiali per le loro rispettive nazionali. Laura, felicissima, potrà così tornare in Colombia e iscriversi alla facoltà di Psicologia. E siccome il suo sogno è poterlo fare in un istituto privato, i soldini che si è guadagnata vincendo il titolo li posizionerà su quella voce di bilancio. Dietro, anche lei, come si diceva per i francesi, piuttosto contrariata, l’ungherese Barbara Benko a 37”. In vantaggio per i primi due giri, Barbara nel terzo e ultimo è caduta e si è vista passare dalla colombiana che, una volta avanti, ha avuto un flash sul suo futuro con gold medal al collo e laurea in psicologia alla parete, sempre ammesso che serva a qualche cosa coi tempi che corrono. Lo deciderà poi lei. Sta di fatto che con quelle motivazioni è volata via, imprendibile fino al traguardo. Terza, ma decisamene più staccata e mai stata davvero in gara per i primi due posti, la tedesca Mona Eiberweiser (e guai a chi ironizza sul nome!). Che nell’ultimo giro è riuscita a prevalere sulla svizzera Vivianne Meyer dopo che le due si erano marcate stretto per i primi due.
Tornando alle italiane, l’ottavo posto della Schuster è stato salutato con favore nell’entourage azzurro, visto che nessuno si attendeva molto da questa gara. «Un ottavo posto inaspettato che comunque ci fa ben sperare e dà morale anche alle compagne», spiegano i dirigenti azzurri che, dopo aver osservato per mesi gli atleti e fatto con loro un lungo ritiro in Tonale, sanno bene su chi si possa effettivamente puntare per cercare di catturare una medaglia. Comunque, l’ottavo posto in una gara mondiale non è certo da buttare.
Solo pochi minuti dopo la premiazione delle junior e, alle tredici spaccate, sono partite le Under 23. Per loro quattro giri. Ma quattro giri di vera noia, con la slovena Tanja Zakelj che ha letteralmente ucciso la gara dal primo metro. La slovena, pronti via ed era già davanti. E l’unica cosa che faceva era aumentare il suo vantaggio via via che pedalava, fino a raggiungere i tre minuti finali. Anche dietro la classifica si è assestata in un batter d’occhio, con la svizzera Nathalie Schneitter a precedere la polacca Aleksandra Dawidowitz, lungo il tragitto e poi sul traguardo.
Per quanto riguarda le italiane, meglio far finta di nulla. Salvo riportare la risposta di Claudia Sieder a chi le chiedeva come fosse andata: «Male! Male, male, male». La migliore, Judith Pollinger, è infatti arrivata ventiduesima.
Al traguardo, una volta arrivata la Zakelj, sono tornate alla mente le ormai storiche parole del telecronista Nicolò Carosio a commento della Milano Sanremo del 1946: «Primo Coppi dopo una lunghissima fuga solitaria. In attesa del secondo, musica da ballo». Solo che qui, tra centinaia di ragazzi spericolati e vagamente grunge, la musica che sparavano le casse era quella di Lenny Kravitz e dei Red Hot Chili Peppers. Ma è solo una questione di tempi.
maurilio barozzi
l’Adige 19 giugno 2008
L’ARTICOLO
Pubblicato a pagina 56 con il titolo “Zakelj, una corsa d’oro in solitaria” e l’indicazione “dall’inviato Maurilio Barozzi” sul quotidiano L’Adige del 19 giugno 2008.
Fa parte di una serie di servizi realizzati dalla Val di Sole (Trentino) in occasione della settimana dei Campionati mondiali di Mountain Bike 2008.