Maurilio Barozzi
Caipirinha Mundial, il Brasile tra Cristo e denaro - Maurilio Barozzi
domenica 26 giugno 2011
RIO DE JANEIRO/SALVADOR DE BAHIA - Nel Brasile del miracolo economico, l'arrivo della Coppa del Mondo di calcio nel 2014 è salutata come una manna dal cielo. E per qualcuno si sta rivelando essere anche qualche cosa di più. in realtà ad appellarsi al cielo è stato nei giorni scorsi Romario. Smessi i panni del supercampione di calcio e indossati quelli di deputato federale nel Partito socialista brasiliano dello stato di Rio de Janeiro, ha attaccato duro. Ha dichiarato al quotidiano Folha de S. Paulo che «l'unico modo in cui la Coppa del Mondo del 2014 potrà svolgersi senza problemi - come bilanci superfatturati e opere ritardate - è se Gesù Cristo scenderà sulla terra nei prossimi tre anni». L'ex calciatore ha ricordato infatti che non passa giorno senza che saltino fuori denunce di irregolarità. E per questo ha anche sollecitato l'uscita dell'influentissimo presidente della confederazione brasiliana di calcio, Ricardo Teixera, dal comando del Comitato organizzatore locale per il 2004.
MARACANÃ SOTTO LA LENTE DEL TRIBUNALE
A tal riguardo - le presunte irregolarità - l'ultima, pesantissima denuncia arriva da un'inchiesta del quotidiano O Globo, secondo cui una ispezione del tribunale dei conti dello stato di Rio sulle opere di restauro dello stadio Maracanã avrebbe fatto emergere pagamenti indebiti per 8,7 milioni di real (circa quattro milioni di euro) pagati dal governo statale fuori progetto. E questo solo per uno dei 12 stadi che saranno rimodernati.
Ma lo sport, come è noto, genera investimenti anche di altra natura. Per il Brasile 2014, innanzitutto nella sicurezza. Un corpo efficiente ma poco appariscente. E' questa, in uno slogan, la "polizia brasiliana del 21° secolo" così come l’aveva progettata Luiz Paulo Barreto, ministro della giustizia del precedente governo Lula. E il cielo sa quanto ne abbia bisogno uno stato con una media di 24 omicidi all'anno ogni 100 mila persone, ma che - secondo i dati divulgati pochi mesi fa dall'Istituto Sangari che studia il fenomeno - nel 2010 è arrivato a oltre 80 a Recife, quasi 50 a Belo Horizonte, Porto Alegre, Curitiba e Salvador de Bahia. Tutte città che saranno sede delle partite nel 2014. Solo il Sud Africa, tra le nazioni organizzatrici del Mondiale, aveva una media omicidi maggiore (40 all'anno ogni 100 mila abitanti). Il Brasile, inoltre, soffre ancora una delle immagini meno invidiabili del corpo di polizia. Chiunque abbia avuto a che fare a qualsiasi titolo con la polizia brasiliana avrà infatti avuto, con risibili eccezioni, la sgradevole sensazione di scarsa disponibilità, machismo e metodi spicci. Cliché che ha fatto il giro del mondo anche grazie ai film del regista carioca José Padilha 'Tropa de elite', Orso d'Oro a Berlino nel 2008, e il suo seguito 'Tropa d'elite 2' recentemente uscito in Brasile che recita come sottotitolo 'Ora il nemico è un altro', riferendosi esplicitamente alla corruzione interna del corpo di polizia. E, come raccontava il quotidiano spagnolo El País, è già assurto a film più visto della storia del cinema brasiliano. E' cosa nota che molte delle favelas (baraccopoli) brasiliane siano in mano a trafficanti e delinquenti, tanto che nel 1996 il cantante Michael Jackson e il suo staff per girare un video musicale nella favela di Dona Marta a Rio de Janeiro si accordò col boss locale, non con la polizia.
POLIZIA EFFICIENTE E POCO APPARISCENTE
Dunque: una polizia inefficace e presupponente che nel giro di pochi anni dovrebbe diventare "efficiente e poco appariscente". Così, durante il primo incontro operativo sulla sicurezza per i Mondiali 2014 tenutosi a Brasilia a fine 2010, sono stati presentanti i metodi di lavoro cui sarà sottoposta la polizia brasiliana. Suddivisa in tre gruppi tecnici, "il primo ha seguito la visita del Papa in Inghilterra e ha studiato l'organizzazione e la logistica della sicurezza. L'altro invece è stato a Washington per conoscere il sistema di controllo usato dagli Stati Uniti", ha spiegato Alexandre Aragon, nel ruolo di segretario nazionale per la sicurezza pubblica. Il terzo era stato in Sud Africa per vedere il lavoro durante il Mondiale dell'estate scorsa.
Una delle maggiori fonti di preoccupazione per i responsabili della sicurezza di Brasile 2014 è data poi dalle frontiere. Il Paese ha più di 7 mila chilometri di confini a terra, oltre i 9 mila d'acqua che dovranno essere monitorati e che in questo momento sono testati con nuovi sistemi dal Pefron (Projeto de policiamento especializado na fronteira). Per il mondiale si attendono più di 500 mila spettatori (ma nel complesso, il Ministero del Turismo stima per il 2014 l'arrivo di quasi otto milioni di stranieri, tre di più rispetto ai cinque giunti nel 2010): sono dunque previsti quasi 40 miliardi di real (17,5 miliardi di euro) di investimento per il miglioramento complessivo del sistema dei trasporti. Ma più turisti significa più necessità di sicurezza. Spiegava Barreto: «Ci sono già 210 mila agenti di polizia che stanno frequentando alcuni dei 53 corsi specifici predisposti dal Ministero della giustizia per formare professionisti in settori quali l'aiuto ai turisti, i diritti umani, l'uso progressivo della forza e delle armi non letali, nonché le lingue». Sarà inoltre istituita una forza speciale, la 'Polizia del calcio' per garantire i movimenti alle autorità straniere, giornalisti, investitori e turisti in genere. L'investimento previsto in questo campo è di 1,6 miliardi di real (circa 708 milioni di euro) - più o meno il doppio di quanto speso in Sud Africa - compreso anche l'adeguamento allo Statuto del tifoso che prevede che ogni stadio che contiene più di 10 mila persone sia presidiato da telecamere, controlli degli accessi e moderni sistemi antincendio.
NON SOLO CALCIO, TUTTI DEVONO BENEFICIARE
Salvador de Bahia, una delle dodici città che ospiteranno l'evento e che è già un tradizionale polo turistico internazionale, si sta preparando. Innanzitutto con il rifacimento dello stadio Fonte Nova, che conterrà 50 mila posti e costerà approssimativamente 650 milioni di real (anche se nell'agosto 2009, scriveva il Correio da Bahia, ne erano stati stimati 550). «D'accordo lo stadio, ma non deve essere solo un evento calcistico, la Coppa del mondo deve coinvolgere tutta la città. E il Brasile in generale», chiarisce Clarindo Silva. Silva è l'anima del progetto Cantina da Lua che dall'inizio anni '80 ha rilanciato il Pelourinho, coloniale centro storico della città, dichiarato poi, nel 1985, patrimonio dell'umanità dall'Unesco. «Come il Carnevale è un momento di integrazione e di conoscenza dei diversi costumi, a maggior ragione, vista la portata dell'evento, il Mondiale deve essere l'occasione di riqualificare tutti i servizi, nessuno escluso».
Secondo uno studio fatto dalla Fondazione Getulio Vargas, in collaborazione con la Ernst & Young, il Brasile movimenterà 142 miliardi di real (63 miliardi di euro, oltre agli stanziamenti ordinari) nel periodo 2010-2014, per la costruzione di infrastrutture. «Bene - commenta Silva -, ma non penso che siano solo le infrastrutture a necessitare di investimento. Quelle sono importantissime e danno la cifra del Paese, ma è importante affiancare anche un progetto sociale e culturale che migliori nel complesso la vita degli abitanti. Faccio un esempio: è possibile che un turista non riesca a fare due metri al Pelourinho senza essere abbordato da ragazzini o disadattati che chiedono l'elemosina in qualche forma? Ecco, questo non è solo un problema di ordine pubblico e sicurezza. Certo, è anche questo, e infatti la nostra associazione si è battuta per avere la polizia turistica e un battaglione di polizia solo per il centro storico. Ma non basta, è solo il primo passo. Ora a quello della sicurezza va affiancato un progetto completo, sociale e culturale che preveda anche il controllo dei minori, il loro inserimento e coinvolgimento sociale che li riavvicini alla scuola e li tenga lontani dall'uso del crack e della droga in generale. Serve inoltre la capacità di organizzare eventi costanti nelle piazze e nei luoghi pubblici, per renderli vivi. Era questo il senso della festa del Benção che inventammo nel 1983 e che ancora oggi rende vivo il centro di Salvador il martedì. Purtroppo quel progetto, cresciuto costantemente fino al 2006, ha ora subito una battuta d'arresto. Spero così che il Mondiale di calcio possa essere una grande occasione di rilancio. E in questo senso ho grande fiducia».
PROFESSIONISTI DEL TURISMO
Tornando alle infrastrutture, però, Ralph Lima Terra, dell'Associazione di infrastrutture e industria brasiliana (Abdib), ritiene che da qui alla data del Mondiale dovrebbero essere investiti circa 160 miliardi di real (75 miliardi di euro) per adeguare il Paese all'evento. Di questi, 400 milioni di real (poco più di 175 milioni di euro) dovrebbero servire per formare 300 mila professionisti. Ma non solo: Bruno Omori, direttore esecutivo dell'associazione brasiliana dell'industria degli hotel, stima che la capacità ricettiva debba essere aumentata per allora del 65%.
E' una scommessa delicata che la nuova presidente Dilma Rousseff si trova a dover raccogliere, per vincere. Nonostante la crescita economica renda il Paese una delle potenze mondiali, ancora oggi la violenza dilaga, quasi il 10% dei 180 milioni di brasiliani è analfabeta e a febbraio è stata approvata dopo molte discussioni la legge che porta il salario minimo mensile a 545 real (circa 240 euro!, in vigore dal primo marzo 2011). In molte zone del Brasile che vanno dal Minas Gerais, a Bahia, al Ceará, in svariati hotel si chiede esplicitamente agli avventori di non gettare la carte igienica usata nel water, ma in un cestino a fianco per non intasare delle condutture deboli. Sui tetti di moltissime case ci sono delle cisterne di plastica piene d'acqua. «Per quando manca, di modo da poterci lavare e farci da mangiare senza andare ai pozzi», spiegano. Il sogno brasiliano è anche che dopo il 2014 - anno di nuove elezioni, tra parentesi - qualcosa cambi in meglio.
Maurilio Barozzi
Rio de Janeiro/Salvador de Bahia febbraio/giugno 2011
L’ARTICOLO
Scritto tra il febbraio e il giugno 2011, tra Rio de Janeiro e Salvador de Bahia, è la versione completa dell’articolo pubblicato sul quotidiano L’Adige di domenica 26 giugno a pag. 46 con il titolo “Mondiali 2014, il Brasile tra Gesù e fiumi di Real”
Nella foto, lo stadio Maracanã visto dal Corcovado
Tre domande a Gilberto Gil
(musicista, già ministro della cultura
brasiliano nel governo Lula)
Gil, cosa pensa dell'opportunità
che ha il Brasile organizzando
il Mondiale di calcio 2014?
"Sarà il modo in cui la Coppa sarà organizzata
a decidere le sorti di questa manifestazione.
Se saranno fatti tutti gli investimenti che sono necessari, certamente si genererà un periodo importante per il Brasile".
A quali investimenti fa riferimento, in particolare?
"In realtà mi riferisco a tutti i tipi di investimento. Dagli investimenti fisici per i giochi, a quelli che dovranno sviluppare e facilitare il movimento e la sicurezza. Tutto ciò darebbe da una parte molta visibilità e dall'altro costituirebbe la prova di aver la capacità di ricevere visitanti, turisti, delegazioni sportive e politiche".
E la società civile e le istituzioni culturali del Brasile come si inseriranno?
"In un quadro di miglioramenti generali, penso che le feste, la musica, i musei, le espressioni culturali brasiliane tutte saranno a disposizione di tale enorme vetrina internazionale. Senz'altro in questa chiave, se la Coppa del Mondo sarà ben organizzata, il Paese ne trarrà un vantaggio anche culturale proprio per la sua possibilità di mostrarsi su un palcoscenico mondiale".
M.B.
MB intervista Clarindo Silva, anima del progetto culturale Cantina da Lua al Pelourinho in Salvador de Bahia
MB con Gilberto Gil